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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

6 conclusioni dal Giro100

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Il traguardo è stato smontato, i corridori sono tornati a casa, persino i coriandoli rosa sono ormai spariti da Piazza del Duomo. Anche questa edizione del Giro d'Italia è terminata. Che non fosse un'edizione qualsiasi lo si sapeva, quel 100 ha un significato ben preciso, ma in questi ultimi anni tra centenario del Giro, 150°anniversario dell'Unità d'Italia e varie partenze dall'estero ci siamo un po' abituati ai grandiosi annunci fatti dagli organizzatori. Eppure questo Giro è stato, secondo me, diverso e molto più significativo. Voglio quindi lanciarmi in 6 considerazioni su questa 100^ corsa rosa. Addio ai Fab-4 Due anni fa alla vigilia del Tour de France è stato creato questo termine per descrivere i “Fantastici 4” ciclisti più forti del momento, tutti al via della Grande Boucle: Froome, Contador, Quintana e Nibali. Insieme vantano 18 vittorie tra Giro, Tour e Vuelta (e quasi altrettanti secondi/terzi posti). Dal 2013 hanno vi

Chiedimi perchè (non) corro

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“ Sometimes you just do things ”. E' il mantra di Scott Jurek, uno degli ultramaratoneti più forti della storia e una delle molle che mi han spinto a diventare vegetariano. A volte le cose le fai e basta. Perché corro, perché faccio sport? Perché macino decine e decine di chilometri in bici, di corsa o camminando? Me lo chiedo raramente, o meglio: immagino la risposta come se la domanda me la ponesse qualcun'altro. Poi, nei rari casi in cui questa domanda arriva davvero, perdo l'attimo, scrollo le spalle, dico qualche banalità pensando che la risposta è troppo complicata e che forse non interessa davvero, un po' come quando mi vien chiesto perché sono vegetariano. A volte le cose le fai e basta. E' vero. Come per un sacco di altre cose, quando entri in una routine smetti di chiederti davvero perché lo fai. E' quasi una dipendenza, una parte di te. Competizione, riscatto, felicità, controllo del peso, antistress, masochismo, socialità (perc

Pausa Caffè: sport & caffeina

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Sabato mattina. Le strade si riempiono di ciclisti di tutte le età, per la gioia di ogni automobilista. Carovane colorate la cui strada porta inesorabilmente al baretto. In salita ognuno col suo passo e ci si aspetta in cima: basta poco per stabilire le gerarchie. Ma al bar si entra e si esce tutti insieme. La pausa caffè è sacra, in Italia e non solo. Non esiste cicloturista, amatore o professionista che sfugga alla regola non scritta della pausa caffè. Quella della sosta caffè è una questione ormai culturale, ma ha un impatto sulla performance? Gli effetti stimolanti del caffè sono piuttosto noti ma voglio comunque addentrarmi nell'argomento, così caro agli italiani, cercando come sempre di andare oltre al sentito dire e di capire cosa dice la scienza quando si parla di caffè, caffeina e sport di resistenza. Come funziona , in breve: la caffeina ingerita viene assorbita rapidamente dal tratto gastrointestinale e metabolizzata dal fegato: il picco ematico si raggi